Confesercenti lancia l’allarme concorrenza e si unisce all’appello “Per un Natale senza Amazon!”

Confesercenti vede nero per i prossimi mesi e lancia l’allarme: “Se continua così fino a Natale, il web sottrarrà ai negozi oltre 4 miliardi di euro di vendite: servono regole per riequilibrare la concorrenza. L’organizzazione, quindi, chiede a Governo e Garante della Concorrenza di intervenire al più presto: “Altro che Black Friday: novembre e dicembre rischiano di essere dei mesi ‘neri’ per il commercio.” Confesercenti, inoltre, si unisce all’appello francese, con lo slogan  “Per un Natale senza Amazon!”.

Il movimento – sostenuto da un collettivo di personalità politiche e culturali, associazioni ambientaliste e di consumatori – mira a sostenere il commercio tradizionale e di prossimità. Con l’iniziativa Pour un Noël sans Amazon! i consumatori si impegnano a non comprare regali di Natale sulla piattaforma, preferendo i punti vendita fisici, locali e dei centri storici.

Gli ultimi Dpcm hanno portato restrizioni per centinaia di migliaia di negozi, e anche chi può rimanere aperto soffre il crollo dei consumi innescato dalla seconda ondata – insiste la confederazione – una situazione di difficoltà ulteriormente aggravata dalla sperequazione di condizioni tra negozi reali e online: mentre i primi sono chiusi d’ufficio da governo e regioni, il canale delle vendite web di fatto agisce ed opera in condizioni di monopolio, trasferendo inoltre all’estero una parte importante della ricchezza generata dagli acquisti online”.

Sia chiaro – puntualizza Confesercenti – l’ecommerce è un canale di vendita importante anche per le imprese di ‘vicinato’ che sempre di più, in particolare dopo il lockdown, hanno iniziato ad utilizzare le forme di commercio digitali. Ma che sono ancora lontane dall’avere quote di mercato paragonabili a quelle delle grandi piattaforme online: i primi venti siti web del commercio elettronico italiano totalizzano il 71% del totale delle vendite, e i primi 200 il 95%. Non solo: chi vende online, oltre a godere spesso – nel caso di piattaforme internazionali – di un fisco decisamente più leggero di quello del retail fisico, ha a disposizione anche ingenti risorse per la promozione. Non a caso le più importanti piattaforme di vendita sul web hanno avviato gli sconti del Black Friday già da fine ottobre, a quasi un mese di distanza dalla ricorrenza”.

Il rischio è che il commercio, un settore già in crisi da circa un decennio, venga definitivamente condannato a morte, portando al collasso le attività che hanno reso famose e invidiate le vie dello shopping delle città italiane. Il problema non è impedire le vendite online, ma la necessità non più differibile di garantire un mercato realmente concorrenziale, nel rispetto del pluralismo distributivo. A maggior ragione nella situazione attuale, che vede le imprese di vicinato chiuse per scelta amministrativa, con un’ulteriore alterazione delle condizioni a danno delle attività più deboli e in difficoltà. Governo e Garante della Concorrenza devono intervenire: siamo di fronte ad una distorsione gravissima della concorrenza, che dobbiamo correggere al più presto”.