
Ormai ci siamo: le porte di DaTE 2023 stanno per aprirsi e in occasione dell’evento Make it Shine (leggi qui) abbiamo intervistato Cristina Frasca e Dante Caretti, entrambi Owner and Co-founder di DaTE e Francesco Gili, Coo di Mido e DaTE, che dichiara:
“DaTE è un esercizio di creatività libero dalle regole tradizionali, un evento dove le aziende sono tutte alla pari con allestimenti uguali, perchè quello che si vuole far emergere è l’unicità e la personalità dei prodotti esposti. I modelli presentati dalle aziende che partecipano alla manifestazione – continua Gili – sono infatti progettati non per essere prodotti in grandi quantità ma sono quasi taylor made, sono oggetti preziosi e a volte anche unici, che vogliono andare a caratterizzare i volti dei consumatori più esigenti. Non dimentichiamoci mai, che un occhiale, specie se da vista, viene indossato per tutto il giorno e caratterizza al 100 per cento l’immagine di chi lo porta, motivo per cui l’ampia gamma di prodotti internazionali esposti a DaTE, dovrebbe anch’essa assolutamente campeggiare nelle vetrine degli ottici italiani, sia a completamento dell’offerta sia a caratterizzare l’immagine degli stessi Centri Ottici che in questo modo possono differenziarsi offrendo ai propri clienti una proposta esclusiva e originale”.
Perchè DaTE è una manifestazione a cui bisogna partecipare?
Dante: “Purtroppo esiste un malcostume tipicamente italiano per cui quando una cosa funziona, invece di esaltarla si ha la tendenza a denigrarla. E anche se questo fa parte del gioco mi dà molto fastidio che accada perché così non si capisce l’essenza di questa manifestazione. DaTE è nato per far capire all’ottica italiana che esiste un mondo al di là delle major e dei fashion brand. Peraltro, oggi, anche la grande distribuzione sta rivedendo tutti i suoi piani con meno punti vendita e più esclusivi. Il mercato sta cambiando molto velocemente e avere una manifestazione di aziende indipendenti che nel suo massimo fulgore ha riunito oltre 4.000 ottici e che ha avuto luogo anche durante la pandemia, significa aver creato qualcosa d’importante e di utile. Non partecipare alle fiere e a eventi così importanti è sempre sbagliato, perché per chi fa questo mestiere ritengo sia un dovere essere sempre informati e a conoscenza dello sviluppo stilistico del mercato. Dobbiamo renderci conto che l’ottica è entrata in un meccanismo che non è più solo quello del vendere occhiali, ma che è quello di vendere innanzitutto suggestioni, cultura, emozioni, servizi come l’esame della vista, fatto con la massima precisione e competenza. Dobbiamo prendere coscienza che oggi l’occhiale è l’accessorio più importante perché è l’unico che esprime sempre chi siamo veramente. DaTE non è una manifestazione nata per fare profitto ma per fare cultura e per aiutare le aziende a farsi conoscere e a vendere il loro prodotti”.
Cristina: “DaTE nasce dalla volontà di creare qualcosa di nuovo lontano dalle fiere indipendenti così da non creare nessun tipo di competizione, per riunire quelle che per noi sono le eccellenze di questo settore. DaTE nasce da un sogno che abbiamo realizzato con tanta passione e che vuole creare convivialità e unione. L’atmosfera che si respira al DaTE è sempre molto interessante e stimolante e questo ci viene riconosciuto anche dai tanti ottici stranieri che hanno visitato la nostra manifestazione. Abbiamo sempre ottenuto molte lodi e soddisfazioni dal mercato internazionale a differenza di quello italiano che tende a snobbare gli eyewear show. Ma siamo fiduciosi e crediamo che presto anche questo trend finirà”.
Potete anticiparci qualche nuova presenza in questa edizione?
Dante: “A DaTE 2023 avremo in anteprima la presentazione di VAKAY EYEWEAR, uno dei più importanti marchi africani. Il brand è nato circa 10 anni fa a Sfax, in Tunisia, dall’idea di due persone che hanno cominciato a realizzare i primi occhiali in una cantina. Attualmente l’azienda conta oltre 100 dipendenti ed è l’unica realtà che a oggi è riuscita a creare dei modelli unendo legno, acetato e oro. Per presentare la loro collezione hanno scelto una fiera indipendente come DaTE e per noi è un onore essere stati scelti per un debutto così importante. Lo stesso discorso vale per WUJIC JO, un brand giapponese nato dall’idea di un ragazzo coreano che dopo aver collaborato con Theo Eyewear ha deciso di creare un gruppo con delle proprie collezioni che hanno scelto di dividere in vari mondi. La collezione più interessante è senza dubbio la Cocktail Collection che presenta un modello dalla classica forma aviator, realizzato in titanio e takiron acetato che ha la particolarità di essere arricchito da un anello con perla o swarosky posizionato sul frontale. Un modo nuovo e originale per dichiararsi a una donna che oltre all’anello di fidanzamento riceverà anche il paio di occhiali in cui l’anello stesso è inserito.
Abbiamo poi IMPURI EYEWEAR, un brand che nasce dalla musica e che ha completamente ridisegnato la sua collezione rendendola più confortevole”.
Cristina: “ Dopo l’esperienza positiva dello scorso anno, anche per l’edizione di DaTE 2023 sarà presente l’Area LYF che ospiterà l’eccellenza dell’eccellenza delle aziende scelte da LYF. Aziende che per noi rappresentano la massima espressione del settore e in cui noi ci riconosciamo maggiormente. Questo spazio sarà ben visibile perchè presenterà un ingresso particolare, separato dal resto della manifestazione. Anche gli allestimenti sono stati creati ad hoc, così come l’utilizzo dei colori che caratterizzano l’intera area”.
La campagna di questa edizione colpisce particolarmente…
Cristina: “Ci siamo focalizzati sull’importanza e l’intensità dello sguardo, ma non solo, abbiamo voluto giocare con i contrasti cromatici perché riteniamo che l’utilizzo del colore sia un modo per raccontare il mondo. Ci piace l’idea di suscitare delle emozioni: le immagini non devono mai essere troppo scontate e anche se la campagna è stata realizzata in poco tempo avevamo le idee molto chiare sul modo in cui volevamo comunicare. C’è tanta luce negli sguardi degli scatti che abbiamo utilizzato per la campagna ed la stessa luce che vogliamo ci segua sempre in ogni nostro progetto e anche per il DaTE”.