Aspettando MIDO: il Questionario di Proust degli ottici che si raccontano in esclusiva

Chiara Pastorelli, Titolare

In attesa di MIDO ogni settimana vi proporremo delle interviste esclusive realizzate con alcuni tra i numerosi ottici che parteciperanno alla manifestazione. Questi professionisti si sono prestati a rispondere ad alcune domande e a compilare il nostro QUESTIONARIO DI PROUST, rivisto e pensato in chiave OPTICAL!

Ottica Pastorelli (Novi Ligure, AL)

Risponde Chiara Pastorelli

 

Chiara, ci racconti la storia della sua attività.
“Tutto cominciò nel 1947 quando mio nonno, Guerino Pastorelli, dopo una veloce opportunità sulle navi e un’esperienza in un negozio di Genova, arrivò a Novi e aprì la prima bottega ottica della cittadina. Ancora oggi i ‘vecchi’ mi raccontano quanto fossero straniti da come si potesse ‘misurare la vista’ perché fino a quel momento gli occhiali erano venduti da tabaccai e ferramenta. Nel 1955 decise di allargare il negozio e si trasferì sotto i portici davanti alla stazione, l’ancora attuale sede del nostro centro ottico-optometrico.  E’ il 1977 quando mio papà Marco, al termine degli studi di Ottica, inizia ad affiancare il nonno in negozio. Durante i primi anni di lavoro, dopo il diploma di Ottica a Vinci, si specializza in Optometria a Milano. Intorno a metà degli anni 80 è lui al timone del negozio e con lui arrivano le prime innovazioni tecnologiche (come un programma gestionale e l’informatizzazione di tutto). Lo studio Optometrico di Marco è al piano inferiore. Attorno alla fine degli anni 80 anche Emilio, mio zio e fratello di mio papà, entra in modo definitivo e stabile nel centro ottico e affianca papà e il nonno nella parte amministrativa e di vendita.  Nel 1997 un importante ampliamento/ristrutturazione ha visto raddoppiare lo spazio degli studi optometrici (che diventano 2 più una sala TV) spostandosi al piano superiore ma rimanendo collegati con un ascensore al piano terra del negozio, anch’esso diventato più grande e decisamente più tecnologico. Il piano interrato ora è sede dell’ufficio amministrativo e del magazzino. Nulla cambia fino al 2010 quando, durante gli anni dell’Università, inizio a lavorare anche io in negozio. Inizialmente mi occupo della parte vendita, scelta delle collezioni poi. Dopo la Laurea nel 2014, comincio l’attività di optometrista affiancando mio papà”.

Quali ritiene siano i vostri punti di forza e qual è l’aspetto della vostra attività che traina maggiormente il vostro business?
“Sicuramente la professionalità e il servizio. Ci piace definirci i ‘consulenti per la vista’, il nostro obiettivo è, attraverso i diversi ausili ottici, fornire la soluzione al problema che ci sottopongono le persone che ci scelgono. La formazione continua, nostra e dei nostri dipendenti, riteniamo sia l’arma vincente”. 

In base alla sua esperienza come sono cambiate le esigenze di acquisto del cliente?
“Senz’altro abbiamo di fronte persone molto più preparate, che richiedono preparazione e fruibilità” Internet e la pandemia hanno velocizzato gli acquisti e abituato le persone allo shopping con un click, comodo e direttamente a casa. Quando si rivolgono a un negozio fisico sicuramente l’emozione della vendita ha un ruolo fondamentale”. 

Cosa pensa dell’attuale retail del mondo dell’ottica?
“Credo sia necessario essere molto formati e preparati, sia da un punto di vista prettamente tecnico sia come ‘consulenti di stile’. L’acquisto deve essere un’esperienza bella e il cliente deve sentirsi coccolato e in mani sicure. Internet sta galoppando molto velocemente, ecco perché il segreto è il servizio e la consulenza specifica”.

IL QUESTIONARIO DELL’OTTICO

Ispirandoci al famoso questionario di Proust, ecco 20 domande per conoscee meglio i protagonisti del retail

1) Qual è il tratto principale del suo carattere?

La positività e la capacità di trovare sempre il lato bello di ogni situazione

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2) Quali sono le qualità che apprezza nei suoi collaboratori?

L’essere propositivi e coinvolti come se l’azienda fosse di loro proprietà

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3) Quali sono le qualità che apprezza nelle aziende di settore con cui lavora?

La flessibilità, l’innovazione e la seletività

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4) La qualità che vorrebbe avere?

Ordine e organizzazione

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5) Il suo peggior difetto?

La tendenza a rimandare e ogni tanto voler fare troppe cose, riducendomi a  fare tutto di corsa alla fine o a lasciare incompiute le cose meno importanti

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6) Il suo pregio?

Sono determinata e non mi lascio abbattere neanche dalle situazioni più difficili

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7) Cosa caratterizza di più i suoi clienti? 

Sono persone in cerca di professionalità e cura del dettaglio

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8) Cosa sogna per il suo centro ottico?

Di essere, ancora di più, il centro di riferimento per chi ha necessità di un consulente per la vista che sappia prendersi cura dei suoi “problemi” visivi

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9) Cosa vorrebbe cambiare nel business ottico?

Non voglio cambiare nulla, voglio evolvere e crescere su questo modello e non “snaturare” il nostro essere

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10) Se dovesse scegliere un altro Paese in cui svolgere la sua professione di ottico, quale sceglierebbe?

Stati Uniti, dove la professione dell’Optometrista è maggiormente riconosciuta e non confusa

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11) Il suo colore preferito?

Tutti i toni del blu e dell’azzurro

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12) Il suo occhiale preferito?

Nero, Cat eye in celluloide spessa

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13) Il suo designer preferito?

Coco Chanel … totalmente innovativa e fuori dagli schemi del tempo, capace di unire la “praticità” all’eleganza estrema.

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14) I suoi brand preferiti?

Chanel

MiuMiu

Saint Laurent

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15) Cosa ammira nei suoi concorrenti?

Non c’è una caratteristica che ammiro in modo particolare. Cerco sempre di trovare il modo di essere la versione migliore di me stessa e della mia azienda. Non mi piace copiare gli altri, posso prendere spunto dalle loro caratteristiche vincenti per migliorare me stessa, ma rimanendo fissa sulla mia unicità

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16) Cosa detesta nel settore?

La “corsa al prezzo”, tendiamo a svalutarci svendendo i nostri prodotti e servizi

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17) Da quanti anni partecipa a MIDO?

Da sempre, accompagnavo mio papà al Mido già dalla più tenera età, il venerdì mattina. Attraversavamo velocemente gli stand degli occhiali per poi dedicarci al padiglione degli strumenti.

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18) Perchè partecipa a MIDO?

Perché è un’occasione per rimanere in contatto con fornitori e colleghi, per non perdersi le novità e per trovare qualcosa di diverso a cui magari non si aveva ancora pensato

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19) Cosa distingue MIDO dalle altre fiere?

La varietà e la capacità che ha di far convivere i più grandi brand e le aziende più di nicchia sotto uno stesso grande tetto

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20) Qual è l’edizione di MIDO che l’ha colpita di più?

Non una in particolare. Ogni edizione con le sue caratteristiche ha tracciato le linee guida per la moda delle successive stagioni.

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Grazie a Chiara Pastorelli!