Leonardo Del Vecchio in trattativa con la Santa Sede per entrare nella Sanità

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Leonardo Del Vecchio sarebbe pronto a salvare l’ospedale Fatebenefratelli di Roma. Il Nosocomio, da più di 400 anni di proprietà della Congregazione San Giovanni di Dio, è oggi sotto commissariamento: il tribunale di Roma ha ammesso il Fatebenefratelli nel 2015 alla procedura di concordato preventivo. I debiti superano i 210 milioni, di cui 80 solo con le banche.

Secondo quanto riportato nei giorni scorsi da Milano Finanza, il patron di Luxottica, nonché primo azionista di Mediobanca (18,9%) e socio al 5,5% di Generali, sarebbe disposto a mettere sul piatto fino a 150 milioni di euro. La prima tranche da 25 milioni di euro dovrebbe servire a ristrutturare l’ospedale. Per questo investimento Del Vecchio non dovrebbe fare ricorso ai fondi delle società quotate, o a quelli della Delfin, la holding che custodisce il controllo del 32% del colosso mondiale degli occhiali. A finanziare l’operazione dovrebbe essere la Fondazione Del Vecchio, che ha già in portafoglio il 18,64% dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. La nuova società, intesa come impresa sociale senza fini di lucro, sarà detenuta al 50% dalla Fondazione per Sanità Cattolica  e al 50% dalla Fondazione Del Vecchio. Prima di accordarsi con Leonardo Del Vecchio la Santa Sede ha trattato a lungo con il gruppo San Donato della famiglia Rotelli, già proprietaria del San Raffaele di Milano. Tra le ragioni che potrebbero spiegare il dietrofront della Santa Sede rispetto alla trattativa con i Rotelli c’è il conflitto d’interessi dell’ex ministro Angelino Alfano, potenziale compratore in qualità di presidente del gruppo San Donato e socio dello studio legale Bonelli Erede Pappalardo che assisteva la Santa Sede nel negoziato.