Anno nuovo, fiera nuova: cosa ci aspettiamo dai prossimi trade show e dal settore

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Il 2023 si apre con due importanti appuntamenti per il mondo dell’ottica e dell’eyewear. La stagione dei trade show parte subito con Opti a Monaco di Baviera dal 13 al 15 gennaio per poi culminare nell’evento più atteso: MIDO (4-6 febbraio). Ma cosa ci aspettiamo dalla “nuova generazione” di fiere, oggi ricalibrate dopo le limitazioni post pandemia?

La filiera: uno per tutti, tutti per uno

Archiviati, si spera, i tempi del protagonismo fine a se stesso e della sterile prevaricazione, è giunto ora il momento della cooperazione. L’aria che si respira è quella di un brand new day, un rinnovamento costruttivo che coinvolga tutta la filiera. Da cosa lo si evince? Dalla voglia di includere ogni figura utile alla crescita del settore: tutti i player sono attori con un ruolo ben distinto, non superflue comparse né inermi spettatori. E’ una tendenza globale che finalmente ha preso forma anche nell’ottica e MIDO ne ha colto appieno il significato. Come? Organizzando un’edizione dove il retail non è meno protagonista dell’industria, dove la comunicazione è potenziata e dove le più varie figure professionali s’intersecano per arricchire il settore di nuovi progetti. A partire da “HOW TO?”, una serie di interventi relativi alle attività pratiche e strettamente correlate alla quotidianità dei centri ottici: contenuti concreti quindi, su temi diversi tra loro come la consulenza stilistica, il rinnovamento del punto vendita, il marketing e la comunicazione, gli eventi come mezzo di comunicazione ecc. Ogni incontro (al momento ne sono previsti quattro) si svolgerà nello spazio OTTICLUB nel padiglione 3, avrà relatori di spicco dei settori più diversi, provenienti anche da realtà differenti da quelle dell’eyewear.

Le tendenze: alla ricerca dello stile perduto

Sono stati anni di grandi incertezze, lo sappiamo bene, ma ci avviciniamo alla metà di questo ventennio e i tempi potrebbero essere maturi per far convergere i tanti input. Dopo le numerose ondate di vintage e revival, dopo l’affermarsi del democratico (ma anche un po’ semplicistico) concetto “nessun trend, tutti i trend”, come sarà ricordato un domani lo stile della seconda decade del millennio? Dire che ci si aspetta qualcosa di rivoluzionario è anacronistico, perché la spasmodica ricerca della novità è ormai di per sé un esercizio vuoto, che si conclude spesso col conformismo dell’anticonformismo. Ispirandoci a Coco Chanel che diceva: “Se una donna è mal vestita si nota l’abito. Se è vestita impeccabilmente si nota la donna“, dovremmo chiederci: non sarà il caso di rimettere l’Uomo (di oggi) al centro dei nostri progetti? E potremmo concludere con un augurio a tutti, citando una massima di Giorgio Armani: “L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare”.
Buon 2023 a tutti!